Intervista a Clabassi Giacomo Luciano Venier De Pol Giuliano Moretti Giulio Luigino Venier

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DATA EVENTO

09/08/2021

LUOGO

Gradisca

Tipo di contenuto

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INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO E RAGAZZI GRADISCA

Si fa una chiacchierata, si beve un bicchiere. Cantavamo con quelli di San Lorenzo la messa da morto. A gennaio anche con una grande cena. Stare assieme, cantare, anche dopo mezzanotte. E dopo le cene cantavamo villotte, cjolmi me cjolmi ninine. L? c’era Lionello e cantavamo Un salut e furlanie. GIULIANO: men? il fol per dare l’aria all’organo. C’era un scagnut dove ci sedavamo e c’era una spia con una lastra dove si vedeva un piombo con uno spago. Quando era in alto aveva bisogno di pompare. Si mevave simpri. Quando andavo io c?era Mezzavilla Fulvio che suonava e solo ad un certo momento della messa mi diceva Ferme piciul, riposa, nell’Agnus Dei della messa da morto del Perosi. Riposa mi diceva, altrimenti ero sempre cos?. Era ma muovere continuamente, raramente era gi?. Sul fatto di Pianta ? stata un’intuizione di Arrigo e forse anche Adelino. Avevano gi? fatto il nome di Fabiola che poi lui si era un po’ offeso. Io ero scettico non ero d’accordo visto l’esperienza di quando ero giovane. Le donne iniziano e poi mollano, invece ? stata un’intuizione felice. Ora non le mandi via nemme no se le picchi… 🙂 Qualcuno felice perch? c’erano le donne e sono venute con pi? voglia. Le donne hanno portato un po’ di giovinezza, di profumo. Sono tutte in pensione per?..(fino a 6:27 poi cambio camera) LUCIANO: da bambino quando ero zago si andava a messa la mattina in coppia a men? il fol, soprattutto i pi? robusti e l? si iniziava ad ascoltare. Mio padre cantava di basso e mia sorella ha cantato prima di sposarsi e poi Clara Pierina di Brun e altre, ma poi il gruppo delle donne si ? annullato. Io ho iniziato verso i 15 anni quando Arrigo e Adelino avevano gi? iniziato. Ho cantato per un anno e mezzo con il Candotti poi tra il lavoro e il militare ho interrotto e poi ho ripreso nel 1983 quando Nogaro ? diventato vescovo e da l? non ho pi? interrotto. Mio padre cantava di basso e nel nostro cortile era separato da quello di Arrigo che cantava da tenore per cui quando regolavano la stalla si sentiva cantare e l’atmosfera della cantoria era presente. Poi iniziavano le villotte senza direzione. Loro facevano tante prove e cantavano in ogni occasione. Mio pap? era del 1909 e a quei tempi facevano pi? prove a settimana, la parte religiosa ma anche quella profana. La cantoria faceva anche qualche serenata su palazzo Venier, si aprivano le finestre e la gente gi? ascoltava un concerto. Nel passaggio tra Pianta e Fabiola c’era un momento di stanca, dopo 20 anni anche Pianta era forse meno disponibile e poi siamo ripartiti con un nuovo slancio. Io sono suo cigino (di Raffaele) lui ? del 1933. Quando lui era uscito dal seminario aveva dei ripensamenti ma era uno studioso e i suoi genitori pensavano che fosse esaurito e allo ra lui nascondeva i libri sotto la maglia andava nell’orto con mio pap? e l? studiava. Era un grande appassionato. Dopo lui ? diventato prete, ? stato cappellano a Turrida e poi professor al seminario. Lui preferiva l’impegno diretto con la gente. Poi monsignor nel duomo di Udine, poi Sessauruna e Caserta. Lavora sempre. Ha speso tutto per i poveri e gli ultimi. L’episcopio era sempre aperto a tutti, camminando in mezzo alla gente. D? alla nostra gente che io prego sempre per quelli di Gradisca. Don Plinio ? suo nipote e approfondir?.