Intervista a Clabassi Giacomo Luciano Venier De Pol Giuliano Moretti Giulio Luigino Venier

Informazioni aggiuntive

DATA EVENTO

09/08/2021

LUOGO

Gradisca

Tipo di contenuto

Video

INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO E RAGAZZI GRADISCA

Lui ? stato tra i primi a mettere l’attenzione sulla Terra dei fuochi. La frase che scrive ? io metto davanti la libert? alla fede, perch? se non c’? libert? non pu? esserci fede. GIOCOMO: Ho imparato a cantare nel 1957/58 per qualche anno e poi sono andato militare e quello che mi ? piaciuto. Mi hanno mandato una cartolina quando ero sotto la naja, c’erano tutte le firme. Poi dopo fino all’81 non sono rientrato. Poi ? venuto Arrigo e ho deciso di tornare. Mi sono sempre trovato bene. Eravamo baritoni io Adelino Fabio Luigino, poi sono mancati tanti bassi e siamo andati con i bassi. Poi ? mancato Adelino e siamo rimasti pochi. Prima di tutto la messa, ci conosciamo tutti, avere la cantoria ? un onore in un paese piccolo. Si faceva di quelle cantate con Arrigo e Adelino, era bello per stare in compagnia. E’ stato un periodo che dopo le prove andavamo a giocare a briscola fino a mezzanotte, ogni volta. Fumavamo la nostra sigaretta bevevamo la birra o aranciata. Nei bar dopo messa si andava a bere un bicchiere, ma non si poteva esagerare. Una volta si approfittava di pi?. Mi dispiace che sono mancati tanti. Arrigo era il promotore delle gite e Adelino andava dietro. Andare a cantare messa diventava la scusa per fare una gita. Siamo stati a Caserta dal vescovo. Sono tanti anni prendiamolo anche come servizio ma per me era pi? un divertimento. GIULIANO: doveva venire il vescovo Zaffonato in visita pastorale, fine anni 1957/8 e Nogaro ci ha insegnato i Salmi e altri canti che si cantano ancora. I vespri erano in gregoriano. Nelle messe c’era anche il Credo cantato, non dico ogni domenica, ma se c’erano due tre per voce cantavamo anche il Credo che ora non si canta pi?. GIACOMO: si cantava anche il vesero alla Madonna di ottobre e anche a Natale. Non tutte le domeniche, ma nelle feste pi? importanti. LUCIANO: delle tre rogazioni che si faceva una volta ora abbiamo mantenuto quella di san Marco. Si va via a piedi partendo dalla chiesa si arriva nel casale di Menin e si dice messa, dopo erano soliti offrire la colazione, caffe e latte per i zagos con i biscotti e una fetta di polenta e salame e formaggio per il prete e poi iniziavano le rogazioni profane cio? il ritorno, sia fuori casale Menin verso Rivis e anche al casale dove era Romano Moretti che era una seconda tappa e poi si cantava nel ritorno. Prima c’? la messa e le preghiere ma c’? anche la cantoria ed era un momento bello, i cortili si riempivano e si portava un saluto della comunit? ai casali di Pannelia. LUIGINO: Pistun a san Giorgio erano le nonne che lo cucinavano ? un dolce come gnocchi con cannella, farina di segale, pan grattato, c’? la ricetta, quando facevamo da Marcuti, n? dolce n? amaro. Si faceva la prima domenica di maggio a san Giorgio. Dopo la messa venivano l? da noi che avevamo un corridoio lungo entravano i cantori e poi anche altri. Gli ultimi anni si faceva da Luigi Rosso. Ogni anno la cantoria contribuisce a fare questo momento di intrattenimento dopo la messa e fino all’una non si va a casa.