Intervista a Don Plinio

Informazioni aggiuntive

DATA EVENTO

23/08/2021

LUOGO

Gradisca

Tipo di contenuto

Video

INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO E RAGAZZI GRADISCA

Bisognerebbe ricostruire il clima che c’era nelle celebrazioni del preconcilio perch? i concilio ha cambiato i presupposti e il contesto in cui si celebrava. Era necessario farlo ed ? stato un trauma per molti. Il concilio termina nel 65 e ci sono voluti 7 anni perch? noi introducessimo l’altare populo, Il nostro parroco del tempo Zugliani finito il concilio non se l’? pi? sentita di andare avanti e si ? ritirato. Don Umberto che ci ha accompagnato poi ? arrivato perch? l’altro si ? ritirato. A me ? toccato un po’ di aiutare questa esperienza perch? ero in seminario e cercavo quando venivo a casa di portare avanti le tesi del concilio e ho spinto perch? questo accadesse perch? comportava il cambiamento anche di sensibilit? generale. Il paese era ancora legato alla gerontocrazia: gli anziani comandavano, in casa in piazza, nel bar, io vivevo nel bar e vedevo queste cose. Nessuno si permetteva di rimbeccare quello che diceva un anziano. Il prete ancora di pi? la pi? autorevole che poteva permettersi qualsiasi cosa. L’educazione era legata a una logica di forzatura: cos? ti insegniamo e cos? devi fare. Non c’era dialogo ma solo imposizione. Era il risultato di un modo condiviso e accettato da tutti. La coercizione cos? non pesava pi? di tanto. Libro di Belina, dove ha scritto una situazione difficile da vivere. Per me non ? stato cos?, ma era comune, cio? il modo in cui ti trattavano in seminario era lo stesso di quello del paese. Succedeva anche in chiesa soprattutto quando c’era da cantare. Ho ricordato gli scapellotti che ho preso in cantoria quando andavamo ad azionare il mantice. Quando cantavano non si muovevano anche se noi parlottavamo, ma appena finito il canto venivano vicino e quattro scappellotti e poi forse dicevano stai zitto. Qui era possibile prenderle dal prete. Io ho visto interrompere la liturgia scendere, picchiare tre quattro bambini e poi tornare e riprendere la messa. Era la norma perch? la logica degli adulti era il mondo perfetto e gli altri dovevano adeguarsi. Tornando al canto anche l? l’esecuzione era tutto condizionato dal sacerdote, non ? che il direttore del coro potesse decidere. Tutto si riduceva sempre alle solite cose, le parti erano fisse, di variabili c’era ben poco, canto d’ingresso e canto finale. Il sacerdote faceva tutto in latino, tutto girato di schiena e la gente diceva rosario e faceva altre cose durante la messa. Il sacerdote quando si cantava il sanctus lui andava avanti con la messa. Molte volte il benedictus veniva eseguito dopo la consacrazione. Il campanello veniva suonato per far fermare tutto, si fermava anche l’esecuzione musicale. L’agnus dei la stessa cosa: iniziava il canto e sui distribuiva la comunione, anche perch? non facevano la comunione in tanti. A cantoria non aveva la necessit? di eseguire canti particolari. I principali erano inizio e fine e poi le parti fisse. Salvo la messa da requiem che ha le parti codificate. Questa realt? era piuttosto rigida e molte volte il sacerdote condizionava a volte anche interrompendo l’esecuzione.