Intervista a Don Plinio

Informazioni aggiuntive

DATA EVENTO

23/08/2021

LUOGO

Gradisca

Tipo di contenuto

Video

INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO E RAGAZZI GRADISCA

Canto di accompagnamento della liturgia. Le cantorie nascono in funzione delle celebrazioni. Ci sono stati nel tempo esperimenti, ma molto probabilmente quello che noi conosciamo come coro o cantoria si struttura dopo il concilio di Trento, fine 1500. Anni in cui nelle grandi chiese si inizia ad usare le corali e non pi? il canto dell’assemblea. Questa esperienza poi si trasferisce anche alle piccole comunit?. In quei tempi le chiese sono molto piccole, non esistono chiese cos? grandi. Nel 700 iniziano ad essere realizzati e poi usati i cori. Il coro ? il luogo dove i cantori sono chiamati a cantare, a fianco dell’altar maggiore. L’altare era quello verso la parete e non quello che usiamo ora che deriva dal concilio vaticano secondo. Il coro accompagnava le parti canoniche della liturgia, mentre veniva coinvolto in forma piena con i vespri e la liturgia delle ore e quella funebre. Il servizio del coro era a pagamento cos? come quello del sacrestano. E dovevano essere sempre disponibili, per cui se avevano campi dovevano lasciare ed essere presenti a quell’ora precisa. Mondo difficile da immaginare per chi non ha conosciuto il periodo precedente il Concilio Vaticano II degli anni sessanta poi applicato agli inizi degli anni settanta. Ha cambiato forme e modi. La cantoria sopra la bussola d’ingresso ? stata realizzata nelgi anni cinquanta. L? c’era un armonium di buona qualit? con i mantici che noi da bambini andavamo a tenere in attivit? con i pedali e nel 1960 ? arrivato l’organo elettrico. Questa che per noi ? l’esperienza ordinaria era la fase finale di un percorso dove il cantore aveva una funzione di sostituzione dell’assemblea, mentre ora si tenta di sollecitare che il canto sia un accompagnamento e la cantoria dialoghi con l’assemblea. A quel tempo invece il canto era per gli esperti. La gente cantava solo alcune parti nei vespri come poteva. I testi in latini che cantavano non erano traducibili: inqualificabili. Era quello il modo di partecipare. Il cantore quindi aveva un compito che richiedeva una preparazione e dovevano pronunciare bene e facevano prove a volte con i sacerdote che insegnava loro. Nei vesperi il sacerdote era seduto qui dove sono e si facevano cori alterni. Qui a Gradisca gi? nel settecento c’? un gruppo corale, non formalmente costituito come nel 900. C’? un piccolo armonium perch? nel 900 quello di Mezzavilla viene fatto in sosituzione di uno gi? esistente. Ad un certo punto si dar? connotazione ufficiale alla cantoria. Fine 800 inizio 900 la realt? ecclesiale si riorganizza in quanto dopo l’unit? d’Italia c’era stato periodo difficile per le comunit? cristiane, non si potevano fare pi? processioni. Soltanto verso la fine dell’800 ripristinata la libert? di culto. Anni in cui si sono ripristinati anche confaloni stendardi e altro. In quel periodo rinasce anche il piacere di accompagnare con il canto. Nella seconda met? dell'(00 grandi compositori come Candotti, ecc. che sono il segno di una passione che rinasce e anche molto intensa perch? i compositori sono mumerosi e si danno da fare e la gente partecipava volentieri. Sempre solo maschi, salvo nelle zone particolari dove c’erano gli orfanostrofi, ricordiamo Vivaldi che compone per ragazze di orfanotrofio femminile. Gli altri compongono per voci bianche