Intervista a Esterina Donati

Informazioni aggiuntive

DATA EVENTO

20/08/2021

LUOGO

Sedegliano

Tipo di contenuto

Video

INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO

che devono prenderlo. Mio cugino anche lui aveva una grande passione. Gli uomini conoscevano la musica, io so qualcosa ma non da poter cantare un brano scritto, per? si seguiva. I pi? vecchi conoscevano perch? quando erano soli uomini imparavano. Con noi bambine avrebbero avuto un bel dafare ad insegnarci. Abbiamo dovuto adattarci: c’erano gi? i messaggi con le due lingue, quindi un po’ di significato si comprendeva. Una volta eravamo io e un’amica in settimana santa e c’era scritto ?Come sopra? e noi abbiamo cantato ?Come sopra?, poi abbiamo riso per tutta la funzione. Cose che succedevano. E’ stato importante ma avremmo continuato in latino, ma a me piace anche cantare in italiano. Non ? pensabile che non si possa cantare nella lingua parlata e si debba cantare solo in latino, a parte che poi uno pu? pregare come vuole. Il cambiamento non ha fatto una frattura o un ripensamento ? stato abbastanza naturale. Poi i canti in friulano so sono sempre cantati. Con Benigno non ho pi? cantato se non un paio di volte. Un tempo dovevano rimanere in silenzio perch? non conoscevano. Anche adesso la gente non canta molto. Il prete non ha tanta passione. Quando era qua Gattesco che ? stato 45 anni, dal 15 poi ? andato in guerra poi ? tornato ed ? rimasto fino al 60. Gli piaceva cantatre e l’indomani della Madonna della salute ci pagava la cena. La cantoria Santa Cecilia. Tanti anni con lui. Poi c’era Pre Luigi, un’icona morto nel 61. Paralizzato che aveva la tisi ossea, guarito a Lourdes. Intelligenza rara. Belle omelie. Capellano don Luigi Aita. Per i 300 anni della liberazione dei turchi a Vienna. Viaggio organizzato dalla Vita cattolica. Siamo stati l? tre giorni. Messa grande in duomo in Santo Stefano, con i cantori di Aviano che hanno cantato la seconda pontificalis. Commovente. Dopo la messa siamo andati in processione fino al convento dei cappuccini, cripte dei reami, fiaccola perenne dei donatori di sangue di Udine. Io donatrice mi ? piaciuto trovare l?. Tantissima partecipazione perch? se si sono liberati dai turchi ? stato merito di quel cappuccino che ? riuscito a mettere d’accordo i reali. Lui ha pregato tutto il tempo della battaglia. Nella vita se si vuole si sente la presenza e gli aiuti che ci da sono immensi. Sono i miei ricordi con la cantoria e con il paese. Al paese piaceva molto la cantoria, tutti venivano a messa grande a parte le signore che dovevano cucinare. Non era un divertimento ma un modo di godere delle cose belle, non c’era altro. Poi quando sono arrivate le altre cose, ma io tutti li ho addormentati cantando. Io non raccontavo storie, ti canto dicevo e loro si addormentavano. Era una forma di vivere bene. Luigino Masculin, mio secondo cugino, tenore