Intervista a Fabrizio Fabris

Informazioni aggiuntive

DATA EVENTO

04/01/2022

LUOGO

Sedegliano

Tipo di contenuto

Video

INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO

Io sono arrivato a Sedegliano a Gradisca invitato da Arrigo Valoppi negli anni 80. Chiamato per iniziare una scuola di musica, diciamo che c’era una scuola diocesana diretta da Perosa che veniva ogni anno alla fine dei corsi per tenere gli esami. Era molto severo, simpatico, ma anche severo e pretendeva un certo risultato. La cosa che ho osservato venendo in queste zone ? che ogni paese aveva la sua cantoria, ben strutturata, non raffazzonata, con direttori e organisti. Io ero stato chiamato per creare nuovi direttori e nuovi organisti che pii negli anni sono anche venuti. Vorrei citare Fabiola e Nada ecc. La cosa mi ? parsa subito particolare perch? un interesse cos? in un periodo molto particolare alle cantorie non lo vedevo da nessun altra parte. Ripeto ogni paese aveva la sua cantoria, il suo organo a canne, sottolineo anche questo, penso un paese tipo Grions ha un piccolo organo a canne, un paese che non so avr? 200 abitanti. Sfido qualsiasi a trovare una situazione simile. La cosa mi ha sempre destato molto interesse. Come mai questa situazione in momenti in cui le cantorie tendevano a sparire, specialmente dopo la riforma del concilio. Mi ? sempre rimasto questo tarlo di capire cosa c’era dietro. Chiaramente non potevano venir fuori le cantorie cos? di punto in bianco, c’era dietro un retroterra, un qualcosa una tradizione coltivata. Se pensiamo poi che da qui sono usciti dei nomi importanti posso citare Pressacco, Plenizio, musicista e compositore film di Fellini. Ai confini avevamo poi don Siro Cisilino e don Angelo della Picca, semisconosciuto in Friuli, negli stati uniti conosciutissimo, si dice che tutta la musica sacra americana sia in gran parte sua. Per fortuna l’Ass. Armonie ha voluto fare un progetto e ha chiesto a me quale poteva essere il filo conduttore e io ho detto sicuramente un’indagine sulle cantorie. La sorpresa ? stata notevole perch? abbiamo scoperto delle cose interessanti. Speriamo che la pandemia non distrugga tutto questo ben di Dio e che sia motivo propulsore per avviare nuove indagini, nuovi ragazzi che intraprendono questa strada anche se ritengo una cosa abbastanza difficile. La cosa che anche mi ha colpito ? la cura della scrittura. Io immagino a Coderno negli anni passati, contadini che rientrando da lavora andavano a provare in chiesa, e si trovavano davanti degli spartiti scritti benissimo, dal punto di vista estetico non di contenuto che poi c’? l’amico Brandolisio, l’eleganza della scrittura , la ricerca dei brani belli, non banali, in un paese piccolo, abitanti credo contadini, che si trovavano a fare questo tipo di lavoro. Poi c’era anche il gusto di stare assieme, una cosa che si ? persa, immagino le prove prima di Natale, l’entusiasmo, le difficolt?, perch? non c’erano registratori e i mezzi che abbiamo oggi, per? con il gusto del bello che spero ritorni quanto prima, perch? nelle chiese sentire queste schitarrate ? una cosa odiosa.