Intervista a Glauco Venier

Informazioni aggiuntive

DATA EVENTO

04/08/2021

LUOGO

Gradisca

Tipo di contenuto

Video

INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO

Aneddoti sui cantori… ho questi ricordi di queste persone che venivano a cantare con tanta gioia. Io sono un nostalgico e quindi quando ricordo gli occhi di queste persone anziane piene di fatica, erano contadini, ma l’orgoglio quando arrivavano puntualli, col cappello, tutti eleganti. Cambiavano di postura. Alle prove erano stanchi. Io vedevo mio nonno che non ho mai conosciuto, lo vedevo negli occhi di questi pi? anziani. Io avevo questo tassello mancante di mio nonno con loro. Mi hanno trasmesso di accontentarmi di poco. Eravamo pi? creativi. Pi? collegati con la tradizione della musica, con spartiti scritti a mano, qusta semplicit?. Non c’? pi? purtroppo. Mancano solo i cantori con l’Ipad. Questi cantori mentre lavoravano i campi cantavano le arie d’opera o il Missus e questa ? quella che io dico la cultura di un popolo. Anche oggi la cultura ? venduta a chilo. C’? bisogno di cultura, ma c’? gi? dentro di noi. Vecchi con prima elementare con cultura esagerata. Se fine a se stessa o solo quella di andare al concerto non ? contestualizzata. La cultura ? quella che facciamo tutti noi. Vestirsi di festa a Pasqua anche qusto ? cultura. Ogni piccola ciomunit? porta ed ? la nostra identit?. E’ quello che ha fatto crescere Verdi Puccini. Roncole di Busserto ? come Sedegliano. La cultura di paese delle bande. Dio benedica le bande e a chi le dirige. Pi? soldi alle bande e meno ai conservatori. La cultura ? avere una piccola cantoria che ha pi? di cent’anni. Quella ? cultura. Quando senti le campane ? quello che ti manca chi ti mette in comunicazione con i tuoi avi. Come nei teatri ho bisogno di stare da solo sul palco e ascoltare gli spiriti. A Vienna ho sentito gli spiriti, al museo di Glen Gould, e ci sono anche uqi. Questa ? la cultura: cantare a Gradisca ? come cantare alla scala. Io penso che le emozioni che hanno provato questi contadini sono le stesse dei professionisti. Questa ? la cultura e non lo smoking. La cultura la facciamo noi piccoli. Per tornare a bomba.. ho il ricordo di gente piena di entusiasmo, di stare insieme di accontentarsi di cose semplici e di cantare bene. Quando cerco di correggere un signore ? difficile ? 20 anni che canto sos?. Piano piano impari con umilt?, scuola per me sia di questi contadini (senso nobile del termine) e poi andavo da Clabassi (nobile del canto). I veri musicisti sono quelli che un giorno stai con il peggior mafioso. Se esiste il jazz, musica di pustribui, musica dove stanno le prostitute. Mia madre disse a Cisilino ad un musiclogo di Pantianicco, intellettuale della musica che io studiavo in America e lui l’ha catalogata come musica di pustriibui. I mafiosi italiani avevano i locali dove ? nato il jazz. Io sono stato con il peggior criminale e il giorno dopo con il p presidente della repubblica. Impari a vivere in un determinato modo. Ho imparato di pi? con questi contadini. Un giorno mio padre chiese a un cantore se il vestito fosse quello delle nozze. Avr? avuto 60 anni era perfetto e lo portava con dignit?. Oggi si butta via tutto. A me manca quella cultura l? della semplicit? della nobilt? e dell’orgoglio che non abbiamo pi? e ci svendiamo per una busta paga. Sto diventando vecchio. Ho un ricordo bellissimo di questa gente. Anche quando se ne andavano andvano con semplicit? senza chiasso. Ora vedo gli spiriti che sono qui con me e questo mi emoziona e io vado avanti per loro. Ho una storia qui. Quando suono io racconto questa storia. Quando si suona devi raccontare una cosa che hai vissuto altrimenti sei cinico. _ della TV ? cos?. Io parlo per un’altra generazione che ho vissuto e porto avanti. I giovani mi dicono che ho un suono robusto ed ? perch? siamo di un’altra generazione. Siamo pi? concreti. Questo paese mi parla