Intervista a Luigino Rinaldi

Informazioni aggiuntive

DATA EVENTO

18/08/2021

LUOGO

Sedegliano

Tipo di contenuto

Video

INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO SIMONE VIT

Ho iniziato nel 1952, quando dovevano preparare una messa nuova per la prima messa di don Alberto Cisilin, mi sembra fosse la Pontificale. L? ho cantato da Tenore primo ma poi sono sempre stato Tenore II. L? dovevano esserci anche donne, ma poteva essere la prima messa che si faceva assieme perch? non ho visto spartiti prima con voci femminili. Avevo 14 anni. Io ho un po’ di ricordi perch? mio fratello aveva qualche anno pi? di me e io ero sempre con lui, quindi per me ? stato un continuare quando ho iniziato. C’era Angelo Zappetti, organista della cantoria. Lui cantava da basso e io tenore. Abbiamo imparato anche un Tu es sacerdos non so di che autore, che abbiamo cantato alla fine della messa. Io non ricordo prima che entrassi io donne in cantoria. Poi abbiamo imparato la messa eucaristica con le donne e l’abbiamo cantata a lungo perch? meno difficile della Pontificalis. Nelle solennit? parrocchiali e alla festa del patrono si cantava quello che avevamo di meglio, cantavamo messa e mottetti all’inizio e alla fine uguali e poi altri due uno all’offertorio e uno alla comunione. Eravamo ben visti e coccolati, accettati bene. C’era chi aveva iniziato e presto lasciato, anche voci importanti, ma bisognava essere puntuali e le prove si facevano luned?, mercoled? e venerd? non a caso perch? marted?, gioved? e sabato si andava a morose. Iniziavamo alla sagra di settembre la seconda di settembre che era per noi la ripresa con poche prove prima. Durante l’esate non c’erano prove, l’attivit? finiva il giorno del corpus Domini, dopo messa e processione fino a settembre non si faceva, la gran parte erano contadini. La festa del patrono il 17 gennaio era la pi? importante. Abbiamo imparato anche un solenne Exultate Deo di grande soddisfazione, e anche la Ducale, impegnativa, perch? lunga. Si cnatava anche il Credo, non solo il gloria. Le prove non finiva in un’ora, un’ora e mezza. C’era chi dai paesi vicini veniva a messa di S. Antonio non tanto per devozione ma per ascoltare la messa ducale. Era una soddisfazione grande! Il Gloria a Dio guai se mancava a Natale e hanno continuato a cantarlo anche dopo la nuova cantoria. Per Sedegliano quel canto.. se non c’era il Gloria Dio non c’era nemmeno Natale! Come a Pasqua il mottetto Regina caeli; questo ? tanto che non lo si sente perch? un po’ pi? impegnativo. Il Missus era una cosa importante. Due di Candotti, uno semplice e uno con assoli a 4 voci. Poi uno di Franz e uno di Tomadini che aveva come solista un basso. Un solista basso era Cecchini Giovanni, poi ha cantoato anche mio fratello e non so se ha cnatato anche Pietro. Poi era caduta l’importanza del Missus e cantavamo il Missus grande la prima sera e l’ultima e in mezzo quello di Candotti a furor di popolo. Prima o dopo c’era qualche mottetto e poi all’esposizione del santissimo si cantava il Tantum ergo a musica e la funzione durava pi? di un’ora. Era una funzione prequentatissima, almeno quando ero giovano io. Ho fatto una pausa dal 58 al 63 perch? ero all’estero. Dopo abbiamo cantato molte volte il vespro di Candotti che era un po’ lungo ma piaceva alla gente perch? orecchiabile. Per Natale c’era la natalizia di Benedetto Marcello e a Santo Stefano cantavamo una messa a due voci, perch? non c’erano tutti, quindi meno importante e meno impegnativa. La celtica era orecchiabile e cantava anche la gente, la cantano ancora. Ho avuto soddisfazioni anche dopo ma nella cantoria vecchia eravamo un gruppo affiatato che non c’era solo il piacere di cantare, c’era anche la voglia di stare assieme, era un piacere. Ci coccolavano e pioi finivano spesso le prove con qualche bicchierata