Intervista a Pietro Rinaldi

Informazioni aggiuntive

DATA EVENTO

18/08/2021

LUOGO

Sedegliano

Tipo di contenuto

Video

INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO SIMONE VIT

nelle feste grandi era motivo di vanto cantare una messa particolare e pi? difficile. C’era la messa normale, scorrevole, e poi tipo la Ducale per le pi? importanti. Ad esempio a Pasqua e Natale si cantava nel pomeriggio il vespero solenne di Candotti di Codroipo, musiche orecchiabili e piacere di cantarle. E si andava a cantare anche per soddisfazione nostra dei componenti, come le associazioni di oggi che funzionano perch? vanno d’accordo. Era una roba stampata che funzionava perch? ? cresciuta con semplicit?, seminata con criterio e coltivata con senno. I nostri vecchi erano pi? seri di quelli di oggi, un pochino, anche se avevano fatto meno scuola. Nessuna difficolt?. C’era divario d’et? per? i giovani stavano con i giovani, facevamo qualche scherzo e gli altri ci guardavano e ridevano perch? sono stati giovani anche loro. Nessuna paura, come essere in famiglia, andavi a cercarlo poi essendo in numero ridotto. Prove. Tre giorni a settimana d’inverno in una stanza apposita in asilo che serviva anche per dottrina. L? c’era l’?armonium e stavamo un paio d’ore in inverno andavamo con la legna da bruciare sulla stufa. Avevamo un organo a pedali. In chiesa invece organo di Zanin fatto nel 1934. Noi dicevamo andiamo sul solaio perch? andavamo in alto. Morto il principale fautore siamo ridotti ad andare ad aiutare quelli dei paesi limitrofi. Dal 72 al 79..nel 79 ? stata istituito il coro Castelliere ma era coro comunale e non parrocchiale. Granparte dei superstiti siamo andati col Castelliere. Il primo direttore ? stato don Giuseppe Pellizzer prete a Nogaredo di Corno e Barazzeto e poi a Sedegliano. L’organista era Glauco Venier. Poi Pellizzer ha lasciato ed ? venuto Fabris, poi Moratti di Teor e infine per 30 anni fino al 2009 quando ha finito l’attivit? anche il Castelliere ? stato Lino Falilone. Professore di conservatorio. Abbiamo cantato altri 30 anni, quindi tra prima e dopo ho fatto esattamente 50 anni: dal 1959 al 2009, il mio amico pi? ancora. Il Castelliere era coro misto a 4 voci, tutto un altro repertorio e tutto un altro modo… adeguato ai tempi. Anche villotte. Prima era tutto liturgico poi coro anche per concerti e intrattenimenti. Per? tutta un’altra cosa come sistema, rispetto alla cantoria vecchia. Un evolversi anche naturale. Poi c’? stato il problema del ricambio di voci, soprattutto quelle femminili. Magari qualcuno si aspettava qualcos’altro ? poi lasciava. Quando capivano che serviva puntualit?, seriet? e partecipazione mollavano. Col Castelliere attivit? pi? moderna. Con Falilone avevamo imparato anche canti importanti. Con Falilone avevamo fatti suoi salmi musicalmente di un certo pregio. Siamo andati nei luoghi dove ha vissuto Turoldo. Tutta questa musica relativa a Turoldo l’abbiamo cantata in tutti i luoghi a lui legati. Perch? Turoldo era un tipo che doveva navigare e non stare fermo perch? i suoi superiori, e non mi permetto di criticare nessuno, dovevano farlo correre perch? non doveva restare a seminare in un posto fisso che non dovesse attechire troppo! Cose sempre successe a quei personaggi che avevano i pro e i contro rispetto ai tempi che correvano. Con Turoldo avevamo questo legame dei salmi che per il coro ? stata una cosa molto importante. L’ho conosciuto perch? mio fratello ? stato prete a Coderno e con lui ? stato fatto il 50esimo di messa di Turoldo, momento di riavvicinamento con il suo popolo, che per lui non era mai stato dimenticato, per? ? stato riabilitato ed ? stata una festa di popolo e lui che ? sempre un uomo, per artista che sia stato, ha partecipato nel suo paese. Pi? di qualche volta ? stato anche qui a cercare mio fratello. Ho un ricordo particolare perch? lui era del 1916 ed era coscritto di mia mamma, quindi quelli di Coderno che non avevano la quarta e la quinta venivano a scuola a Sedegliano e mia mamma ? stata in classe con lui. E quando parlavo con lui era come parlare con uno di casa. A parte la sua voce roboante, la sua personalit? e la sua figura, era un bravo frate per me. Siamo stati a cantare anche a Sotto il Monte, anche dopo morto. Avevamo tra cantori una sorta di regolamento, statuto che ad esempio in morte di un famigliarela cantoria andava a dire un rosario specifico nella casa del defunto. Il funerale poi si faceva in forma solenne, perch? nemmeno i funerali erano tutti uguali. Poi partecipavamo al matrimonio dei cantori. Gli autori che ricordo sono Tomadini, Candotti, Perosa, Gruber Ravanello, Foraboschi, Franz Cagliero. Ho in mente una messa