Intervista a Roberto Brandolisio

Informazioni aggiuntive

DATA EVENTO

04/01/2022

LUOGO

Sedegliano

Tipo di contenuto

Video

INTERVISTATORE

CHIARA GRILLO

Per me ? stata una grande fortuna aver accesso a questo materiale veramente corposo, che ha dentro partiture che vanno dalla met? del 700 ai giorni nostri come date di nascita dei compositori. E’ bello vedere che abbiamo compositori locali come Candotti, Cordans Tomadini, Rosso, Perosa, che in queste zone ha dato molto dal punto di vista musicale e non solo. Ma ? interessante vedere che ci sono musicisti rilevanticome ad esempio Pasquale Anfossi, musicista che ha avuto molto legame con Mozart. Si dice che in molte partiture di Mozart ci siano influenze stilistiche e di scrittura derivanti da lui. Analizzando la sua compieta x coro e organo, abbiamo sia l’integrale che le parti staccate, quindi abbiamo avuto modo di studiare bene questa partitura, si notano tante somiglianze con partiture mozartiane. Questo da pregio al materiale trovato e anche una rilevanza sull’attenzione culturale che girava in questi posti. Il materiale principalmente arrivava da Venezia, luogo di scambio culturale pi? vicino di queste zone, che metteva in comunicazione il resto dell’Italia con il Friuli. Arrivano tante partiture trascritte da trascrittori veneziani o anche scritte da compositori veneziani o che hanno fatto una lunga carriera a Venezia. E’ il caso di Antonio Buzzolla, che ? un compositore nato ad Adria, nel 1815 e morto a Venezia nrl 1871. Vorrei portare l’attenzione su di lui perch? ? stato scelto un suo brano come rappresentazione di questo lavoro sulle cantorie. Nasce in un periodo particolare della storia d’Italia e della storia musicale. Siamo nel periodo del Congresso di Vienna, anni in cui sta cambiando la situazione politica, storica e musicale italiana. C’? una progressiva nascita di un senso patriottico e anche un progressivo avvicinamento al melodramma, inizier? fra poco Verdi, Donizzetti, Mercadante, tutti nomi che hanno formato la storia del nostro melodramma, la nostra musica simbolo di quegli anni. Buzzolla, oltre ad essere stato un bambino prodigio, un ragazzo che a soli 17 anni ? entrato alla filarmonica della Fenice e ha avuto contatti con questi grandi, nello specifico con Donizzetti e Mercadante, con cui lui ha studiato a Napoli. Questo ha inciso molto sulla sua formazione musicale che lo ha portato anche a debuttare con la prima opera Ferramondo alla Fenice e a riscuotere un discrete successo. E’ importante la sua internazionalit?, ha viaggiato per l’Europa, andando a Berlino e a Parigi come direttore dell’opera italiana. Quindi ha portato l’italianit? nel mondo e poi ? tornato nella sua terra natale e a venezia dove ha completato il suo percorso. Siamo a Venezia nel 1855 e da qui fino alla morte ? stato maestro di cappella della cattedrale di San Marco. Questo gli ha permesso di comporre tantissima musica sacra. Quasi sicuramente il brano che ? arrivato a noi, Regina coeli, ? figlio di questo momento lavorativo. E’ ricordato a livello mondiale per la sua raffinatezza nella scrittura di arie e ariette in lingua veneziana e per questo ha avuto un elogio da parte di Giocchino Rossini, che lo ha riconosciuto come il migliore in quegli anni. E questo aspetto lo troviamo anche nel Regina coeli, un brano per coro virile (la diffusione del repertorio sacro di quel periodo era riservato ai musicisti maschi e l’accompagnamento all’organo) di grande cantabilit?. La versione che ? arrivata a noi ? per voce solista (tenore) e coro a 2/3 voci maschili. A Treviso nella boblioteca ? stato trovato un Regina coeli per tre voci maschili, senza solista, sempre di Buzzolla. Molto probabilmente si tratta dello stesso brano e a noi ? arrivata una trascrizione riarrangiata per le necessit? delle singole cantorie. Non dimentichiamo che a seconda delle possibilit? espressive e del materiale esecutive che avevano le cantorie a volte i brani venivano arrangiati e riadattati. Quindi la grande cantabilit? deriva da un’esperienza operistica ma anche da questa esperienza di scrittura di canzoni e ariette che poi lui aveva nel suo dna, una sua peculiarit?. Nella brevit? del pezzo, perch? non ? estremamente lungo ma che racchiude una variet? armonica, figlio di un sentire ottocentesco, pi? romantico. Crea una variet? e una caratteristica particolare che ai cantori, secondo me, dava la gioia di eseguirlo, perch? non era una cosa standard ma ricercata. A maggior ragione ? stato scelto questo brano, non privo di difficolt? perch? la scrittura di quel tempo portava ad avere anche un’estensione molto ampia e infatti abbiamo dovuto in alcune parti riadattare alcune parti, senza stravolgere il brano, ma la difficolt? ? venuta fuori. Questo per? non ha impedito di eseguire un brano particolare e molto caratteristico di quello che era il sentire dell’epoca. Quindi abbiamo scelto questo brano per queste modalit?. Se vogliamo spaziare un po’ all’interno di altri compositori che abbiamo trovato, mi piaceva sottolineare un aspetto importante: ? stato trovato un brano di Arrigo Galiussi che ? stato un compositore locale del quale la fodazione Turoldo ha editato l’opera omnia, quindi c’era un sentire anche dei compositori locali e questo ? un grande segnale, di apertura ma anche di valorizzazione, di attenzione accurata per quella che erano le necessit? musicali e la cultura. Un caso isolato. mi ? arrivata la partitura di Joseph Bayer un viennese che varrebbe la pena di analizzare la partitura, perch? ? un rivolgersi all’estero e non solo alla nostra realt? locale che arrivava da Venezia e legata al melodramma e alla nostra italianit?, ma anche un rivolgersi verso l’estero, ulteriore segnale di apertura. Per quei tempi avere partiture che spaziavano cos? tanto non era poco perch? non avevano i nostri mezzi e le nostre possibilit? di diffusione e i nostri tempi. Due bei segnali da mettere in rilievo in questa ricerca.